Negrita tour 2015

Negrita tour 2015

Mattia Zantedeschi
PA engineer per Mister X

Per avere qualche info in più sull’impianto in sala, parliamo con Mattia Zantedeschi.

“Il PA – spiega Mattia – è composto da quattordici J d&b audiotechnik come main e altri sei come side. Usiamo quattro J12 come downfill. Per le basse frequenze, abbiamo composto un sub array con 10 stack di JSub. Essendoci la passerella al centro, questo sub array viene spezzato, quindi l’arco si deve ricreare elettronicamente. Abbiamo anche delle Q7 e delle Q1, sempre d&b, come in-fill e out-fill.

“Tutto è pilotato dagli amplificatori D12 – conclude Mattia –. Il controllo avviene per mezzo del software R1 dedicato. Dalla regia, il segnale mi arriva in AES/EBU stereo, poi faccio io le varie suddivisioni. Due Lake LM44 fanno l’EQ e il tuning finale. Comunque, tutto il trasporto rimane in AES/EBU”.

Michele “Sem” Cigna
Fonico di palco per Mister X

Spostandoci al palco, parliamo con Sem del monitoraggio in questa produzione.

“Sul palco – spiega Sem – ci sono sei musicisti. Io lavoro con un Avid Venue Profile con stage rack e FoH rack: uso principalmente i plug-in Waves ma anche altre cose interne. In particolare ho un generatore di clock esterno che migliora molto il suono del Profile. Utilizzo anche un Pro Tools per registrare e per il virtual soundcheck, ma non molto, giusto per qualche piccolo ritocco da un palasport all’altro.

“Con il banco – continua Michele – controllo l’ascolto dei ragazzi che è principalmente wedge: una linea frontale di M2 d&b ed una posteriore con monitor LE2100 Martin Audio. I side sono noleggiati da Big Talu e sono Martin W8LC, due teste più il sub. Per la batteria di Cristiano usiamo solo due LE2100 senza alcun sub. I finali sono tutti D12 per le M2, mentre i Martin hanno i classici Lab.gruppen FP10000Q. Il monitoraggio è certamente quello di un concerto rock: i volumi sono belli forti… ma non stratosferici.

“Abbiamo anche otto IEM Sennheiser – continua Sem – perché in un punto della scaletta Drigo, Cesare e Pau percorrono tutta la passerella suonando da lì un brano, così, visto il delay fra PA e microfono, cantare in quella posizione diventa difficile senza cuffie; abbiamo quindi optato per gli IEM, perché i monitor avrebbero dato molto fastidio. Anche i backliner hanno IEM grazie ai quali possiamo comunicare più tranquillamente.

“C’è un crosspatch fra le sequenze nella postazione di Gando (tastiere – ndr) da cui esce un click che va direttamente nel mixerino di Cristiano (il batterista – ndr) e non passa da me, mentre io mando una linea a Cristiano solo con un premix delle voci di Pau in modo che le possa regolare a suo piacimento durante il concerto”.

I radiomicrofoni, invece?

I radiomicrofoni sono quattro, più un radiojack per Pau: sei canali di Shure UR4DPlus tutti linkati nel network. Ho poi un sistema WinRadio per fare la scansione delle frequenze e, tramite il software Wireless Workbench di Shure, scelgo le frequenze in modo da evitare intermodulazioni.

Come vengono splittati i segnali tra palco e FoH?

Non abbiamo un vero splitter: tutti i segnali che arrivano dal palco entrano nello stage box Midas, dal quale prendo i segnali per il Profile. Il problema, però, è che il patch è differente: Midas ha una configurazione 24+4, quindi il secondo bocchettone parte dal canale 29, così alcuni canali non tornano sul Profile! Per questo se dal palco mi chiamano il canale 32, per me corrisponde ad un altro canale, cosa che all’inizio ci ha creato un po’ di confusione, ma alla fine era più facile cambiare la patch sul Profile, così abbiamo scelto la configurazione Midas. Inoltre in sala, per registrare, non usano Pro Tools con un sistema tipo Profile, molto facile ed immediato, ma bisogna fare tutto il patch. Insomma… alla fine Profile è ancora un ottimo banco, e se ci sai fare si riesce anche a farlo suonare bene.

Alessio Martino
Stage Manager per Mister X

Mentre siamo sul palco, parliamo un attimo con lo stage manager, Alessio Martino. “Sul palco – spiega Alessio – siamo in cinque: Raffa segue Cesare e il tastierista Gando, Emilio Simeone segue Drigo e la batteria, Enrico ‘Fichino’ Boschi fa i cambi del basso, infine c’è il fonico di palco.

“Avendo il rolling stage, riusciamo ad allestire il palco contemporaneamente alle luci. Questo comporta un gran vantaggio nei tempi di allestimento. Oggi abbiamo cominciato con il palco spostato alle 11.00 e, poi, una volta sollevate in quota le luci, posizionato il palco e per l’ora di pranzo eravamo già operativi.

“Tutti i tecnici di palco – continua Alessio – sono in IEM, un metodo di lavoro che preferisco e richiedo sempre, perché così le comunicazioni, che sono fondamentali, diventano molto facili e sicure. Io ho un microfono con cui do i vari cue di partenza e comunico con tutti i reparti. Inoltre, Sem ci manda in IEM un mixato, per capire anche cosa succede.

“Durante lo spettacolo – conclude Alessio – bisogna stare molto sul pezzo: gli artisti si muovono tanto, ci sono tanti cambi di strumenti, quasi uno ogni brano, soprattutto Pau si muove tantissimo, quindi bisogna stare attenti e concentratissimi”.

Luca Casadei
Responsabile luci per Mister X

Per darci qualche dritta sull’allestimento del parco luci, parliamo con Luca Casadei: “I referenti in tour per il service Mister X – ci dice Luca – siamo io e Roberto Giglioli, che è il responsabile audio. Ci sono circa 150 punti luce, tra i Viper, Pointe, HaluPix, Aura, MAC2000, strobo SGM e blinder. Montiamo tutto su sei americane: quattro da 12 metri e due da 8 metri, in truss nero, più una campata posteriore su cui appendiamo quattro ladder e tre schermi LED, tutto di proprietà di Mister X, come le due grandMA prima serie in sala, con segnale Art- Net, poi tre seguipersona Cyrano 2,5 kW.

“La maggior parte del materiale – continua Luca – è trasportato su dolly, quindi tutto viaggia già montato, anche la cabina dimmer è su carrelli; i cavi viaggiano su delle gabbie, da cui vanno solo su e giù per gli appendimenti.

“Abbiamo poi un sistema a celle di carico su ogni motore che ci permette di leggere in tempo reale il reale carico sul singolo punto motore. Questo è importante soprattutto per l’americana di controluce che fa da portante ad altri dieci motori: utilizza quattro motori da 2 tonnellate: durante la fase di montaggio e di carico il rilevamento fornito dalle celle è senza dubbio una sicurezza in più.

“C’è una bella squadra di lavoro – dice Luca – con ping-pong e biliardino al seguito! Ovviamente siamo in grado di assicurare anche in tour una certa manutenzione ordinaria del materiale, anche oggi abbiamo sistemato qualche proiettore, senza ricorrere agli spare nei bauli, che comunque abbiamo.

“I proprietari di Mister X sono giovani imprenditori – conclude Luca – persone splendide, ed io come free-lance sono molto contento di lavorare per loro: hanno creato nel tempo una bella squadra, con persone capaci e in armonia fra loro, non ci sono differenze fra i reparti. Per questo tour forniamo riggeraggio, truss, motori, steel, audio, video e luci”.

Davide Pedrotti
Operatore Luci per Mister X

Davide aggiunge alcuni dettagli sull’aspetto scenografico e lavorativo.

“Il materiale è piuttosto abbondante: 22 Martin Professional MAC Viper, 20 Pointe della Robe, 33 Martin MAC Aura, 12 Prolights Halupix, 8 barre LED, 10 Martin MAC2000 e 22 blinder. Jò Campana ha voluto che la struttura non fosse troppo di impatto, da cui la verniciatura in nero dei truss, perché tutto è centrato sui video, cosa abbastanza nuova per i Negrita, e questo ha comportato delle scelte di regia diverse dal solito. Diciamo che Jò ha fatto da collante fra i vari reparti come set designer e regista.

“La programmazione è stata realizzata da me, seguendo ovviamente le linee guida di Jò. Le luci hanno trovato una buona interazione con il video, che è molto luminoso, ma tutto lo show è basato sui colori, con una partenza molto di impatto. Tutto lo spettacolo è molto programmato, anche se non manca qualche accento manuale, ma il dito è fisso sui “go” delle cue, programmate al BPM, perché i video avevano comunque bisogno di essere perfettamente sul pezzo.

“Oggi avevamo un back-to-back – conclude Davide – e mi hanno dato tutto acceso alle 11 del mattino: una gran bella squadra con cui è bello lavorare”.

Jò Campana
Show Designer per Mister X

Non avendo avuto la possibilità di intervistarlo a Bologna, poiché non ha seguito tutte le date del tour, abbiamo raggiunto Jò nei giorni seguenti e ci siamo fatti dare qualche dettaglio in più sul suo ruolo e sul visual di questo bel concerto dei Negrita, gruppo che egli segue da moltissimi anni.

“Fra alcune proposte meno convenzionali – ci spiega – è stato scelto dalla band e dal management questo progetto col grande schermo, una soluzione che inizialmente mi ha lasciato un po’ perplesso, conoscendo bene la storia del gruppo, anche se ormai è vero che i grandi schermi vengono impiegati anche dai rocchettari più incalliti e famosi al mondo.

“Così il mio ruolo di show designer, cioè di colui che ha il compito di curare l’intero visual dello spettacolo, si è sviluppato intorno a questo importante riferimento iniziale. Ho cercato però di rendere il palco, nonostante il grande schermo, meno televisivo e meno pop, dividendo lo schermo in tre sezioni separate, in grado di visualizzare tre immagini diverse ma anche un’unica immagine, perfettamente percepita nonostante lo spazio fra le sezioni. Anche i video sono stati scelti in questa direzione, con grafiche molto particolari, immagini live trattate e tagli poco convenzionali. Inoltre in questi spazi ho piazzato molti proiettori, puntati verso il pubblico, per incattivire la scena con controluce di stampo più rock.

“Io mi sono personalmente occupato un po’ di quella che possiamo definire la regia, il design globale dello spettacolo – continua Jò –; ho quindi curato il set e il disegno luci, affidando poi a degli ottimi professionisti il lavoro pratico su immagini e programmazioni. Le immagini e le grafiche sono state infatti sviluppate da Marino Cecada, al lavoro per TeleMauri, mentre la programmazione delle luci è stata interamente realizzata da Davide Pedrotti, ovviamente sempre sotto la mia supervisione, che poi significa approvare l’ottimo lavoro già svolto con qualche piccola modifica qui e là.

“È questo un modo di lavorare poco italiano, perché spesso nei tour italiani, per ragioni di budget, si tende a concentrare tutto in un unico professionista, mentre in Europa e nel resto del Mondo è una suddivisione del lavoro piuttosto abituale.

“La band è rimasta entusiasta del risultato finale – conclude Campana – e devo dire che, nonostante qualche mia perplessità iniziale, il palco e lo show hanno rappresentato davvero molto bene il mondo artistico dei Negrita, con potenza e stile”.

dall’articolo “Negrita tour 2015” di Douglas Cole su SOUND&LITE n. 114_2015

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